INTRO: Non parliamo di uguaglianza… (13/01/2022)

Una piccola introduzione e chiarimento di intenti su quello che è il mio pensiero, il mio modo di intendere i femminismi nella quotidianità e nella mia vita artistica.

Non c’è niente di più riduttivo di sentirsi uguali a qualche altra persona… Perdere la propria unicità significa perdere un po’ il nostro ruolo nel mondo, una delle poche cose per cui ci si possa sentire davvero speciali e prezios*. Quando in ambito transfemminista si parla dei diritti delle minoranze, non si sfiora nemmeno lontanamente l’idea di volersi sentire uguali a qualcun altr*, tutt’altro! Ci si batte per la parità di diritti e la parità di tutele, contro le generalizzazioni e le standardizzazioni delle emozioni e dei corpi! Quindi è vero, non siamo tutt3 uguali ed è vero che questa è una fortuna, ma la diversità di genere, culturale, estetica e di pensiero non possono in alcun modo giustificare la differenza di assistenza, cura, “riparo” e difesa dei diritti umani. Conscia di far parte di una minoranza privilegiata, che quindi riesce ad ogni modo e faticosamente a galleggiare nel mare del benessere, credo sia mio dovere trovare la modalità almeno di tendere una mano, per quanto è possibile, a chi in questo mare affoga. Come? Non lo so di preciso, ci provo con ogni mezzo a disposizione: attraverso la sensibilizzazione in primis nel quotidiano, ma soprattutto utilizzando il mio medium artistico come atto politico.

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